Con fluSSidiverSi la poesia si fa anche preghiera
Patrizia Valduga e Géza Szőcs
28 maggio 2011, ore 19.15 circa
Cattedrale di Santo Stefano
fluSSidiverSi 2011, il meeting che riunisce a Caorle, nella Laguna veneziana, i poeti della Comunità che va dall’Adriatico al nord delle Alpi, conferma la proprio scelta di non avere schemi.
Dopo la Poesia affidata ai palloncini, diffusa ai bagnanti attraverso gli altoparlanti di spiaggia, portata in Laguna dalla Nave dei Poeti, affidata ai bigliettini tipo “Baci Perugina” tra il
pubblico di bar, discoteche e ristoranti e alla poesia, naturalmente, letta nei readings tra piazzette e campielli della città lagunare, l’edizione 2011 di Flussidiversi ha visto la Poesia farsi
parte delle celebrazioni religiose.
Ad accogliere la poesia affiancata alla liturgia è stata la Cattedrale di Caorle, il cui cilindrico campanile romanico ispira il logo di Flussidiversi. Il luogo è di una magia e di una intensità
davvero speciali: alla severità romanica dell’edificio (tra i più antichi del Litorale Veneto) si accompagna una straordinaria ricchezza di opere d’arte.
La Cattedrale, dedicata a Santo Stefano, protomartire, ha ospitato Patrizia Valduga e Geza Szocs. Ai due poeti è stato riservato uno spazio di intensa riflessione a conclusione della celebrazione della Messa serale di sabato 28 maggio. Fedeli e pubblico hanno preso parte a questo evento. Patrizia Valduga ha scelto di leggere La Pentecoste di Alessandro Manzoni, mentre Géza Szőcs, Poeta dell’Anno a Caorle, ha proposto Mio Corpo, una sua composizione.
E’ la prima volta che i poeti accompagnano le celebrazioni in Duomo con la lettura di brani poetici da loro composti o da loro scelti.
Poesia come preghiera, quindi. Un modo di esprimere sentimenti e profondità del proprio sentire, un modo anche per rendere meno lontana la Poesia per un pubblico che non è forse abituato ad ascoltarla, per lo meno nelle forme della sua contemporaneità.
Patrizia Valduga legge "La Pentecoste" di A. Manzoni
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Géza Szőcs legge "Mio Corpo" di Géza Szőcs
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